Un modello di intelligenza artificiale ha mostrato i primi barlumi di “risposte emotive” simil-umane. Calma però, non c’è da allarmarsi. Non stiamo parlando del tipo di situazione che prelude a distopie, estinzioni globali o dittature tech schiaviste: perché la prima reazione emotiva mostrata da un prototipo di machine learning è la noia.
Le arti numeriche, spesso chiamate anche arti digitali, comprendono tutte quelle forme d’arte create o presentate tramite tecnologie digitali.
Questo termine include una vasta gamma di pratiche artistiche, caratterizzate dall’uso di strumenti e tecnologie informatiche per la loro realizzazione, manipolazione e fruizione.
Nel percorso professionale di un’educatrice o di educatore museale prima o poi capita di doversi confrontare, magari nel corso di una visita guidata, con opere digitali, crypto o frutto di un processo algoritmico. Che siano TTI (text-to-image) riconducibili all’intelligenza artificiale o “semplici” NFT la questione da porsi è sempre la solita: come introdurle al fruitore?
Lo scorso luglio hanno incantato decine di migliaia di persone con l’opera site specific Nebula, realizzata per Videocittà, il festival della video-arte, in collaborazione con il maestro della musica elettronica, Giorgio Moroder, all’interno del Gazometro di Roma. Sono i Quiet Ensemble, un duo di creativi italiani specializzati in arte digitale e tra i più attivi creatori di installazioni immersive in Europa. Il duo, costituito da Fabio di Salvo e Bernardo Vercelli, ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival internazionali come Noor Riyadh, Sonar e Signal, e indaga, con le loro opere, il rapporto, sempre più complesso e stratificato, tra uomo e natura.
Maria Azovtseva è nata nel 1977 a San Pietroburgo. La sua prima formazione è stata in pedagogia musicale, dove si è formata come direttrice di coro, e in seguito ha ottenuto una seconda formazione come culturologa. Nel 2015, un anno dopo l’annessione russa della Crimea, Maria ha lasciato la sua città natale per Tallinn, in Estonia. Dal 2023 vive e lavora a Firenze.
Immaginatevi di trovarvi in Italia negli anni sessanta: nel pieno del suo fiorire, l’economia vola, l’industria brilla come mai era successo, i nostri marchi conquistano il mondo, e il mondo scopre la bellezza del made in Italy. Sono gli anni in cui le immagini di Mastroianni girate da Federico Fellini diventano il simbolo della bella vita e della bellezza in generale, gli anni in cui la Vespa diventa un simbolo di libertà, gli anni in cui Olivetti inventa di fatto le prime macchine calcolatrici domestiche, antesignane dei personal computer.
Immagina di poter viaggiare nel tempo e di visitare le antiche grotte buddiste di Mogao a Dunhuang all’epoca del loro splendore, percorrendo assieme a mercanti e pellegrini la Via della Seta raccontata ne Il Milione di Marco Polo. Da tempo questo non più è fantascienza. La visita alle grotte di Mogao, uno dei siti buddisti più importanti in Cina, inizia con un’esperienza video immersiva che porta i visitatori al tempo dei grandi commerci lungo la Via della Seta, secoli in cui l’oasi di Dunhuang nella regione del Gansu era un crocevia di culture e merci provenienti dall’Asia Centrale.
Il corpo disteso lungo le curve morbide di una seduta circolare, gli occhi guardano avanti e poi su e ancora a destra e sinistra, per provare a non perdersi nessuna immagine e nessuna scritta delle animazioni rapide e rumorose che ricoprono il soffitto a cupola del planetario. Si ha la sensazione di familiarità, punzecchiata da un desiderio latente di estraneità, mentre immagini tratte dalla cultura popolare compaiono e scompaiono penetrando l’inconscio, all’interno della prima delle due opere immersive che l’artista Guerreiro do Divino Amor ha realizzato per il padiglione della Svizzera alla sessantesima edizione della Biennale arte di Venezia, curato da Andrea Bellini.
Che relazione c’è tra arte e algoritmo? Gli algoritmi sono strumenti creativi che gli artisti utilizzano per esprimere la loro…
Qual è il compito degli educatori e dei mediatori museali nell’epoca del digitale? I mediatori museali svolgono un ruolo strategico…