Ripensare le strutture di potere: le promesse della governance decentralizzata
di Fabio Gnassi
Primavera De Filippi è membro dell’EU Blockchain Observatory and Forum e ricercatrice permanente presso il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS) di Parigi. Collabora come facoltà associata con il Berkman Klein Center for Internet & Society dell’Università di Harvard ed è Visiting Fellow al Robert Schuman Centre for Advanced Studies presso l’Istituto Universitario Europeo. Fa parte del Global Future Council on Blockchain Technologies del World Economic Forum ed è co-fondatrice delle coalizioni dinamiche del Forum per la Governance di Internet (IGF) sulla tecnologia blockchain (COALA).
La sua ricerca si concentra sulle sfide legali poste dallo sviluppo di tecnologie decentralizzate, con particolare attenzione alla blockchain. In particolare, esamina come queste tecnologie possano promuovere nuovi modelli di governance e partecipazione nei processi decisionali, attraverso l’approccio della “governance-by-design”. Nel 2018 ha pubblicato, insieme ad Aaron Wright, il libro “Blockchain and the Law” per Harvard University Press. Nel 2024 viene invece alla stampa per il MIT press il libro “Blockchain Governance”, insieme a Wessel Reijers, Morshed Mannan.
In termini generali, potrebbe spiegarci che cos’è una blockchain, come funziona e da dove derivano le aspettative e l’interesse verso il suo utilizzo?
La blockchain è una struttura di dati decentralizzata mantenuta operativa da una rete di computer. Questa struttura consente la registrazione di transazioni in modo trasparente e append-only, garantendo l’integrità e l’invariabilità dei dati registrati. Come suggerito dal nome, la blockchain è composta da una catena di “blocchi” collegati tra di loro in modo crittografato, che contengono al loro interno un insieme di transazioni. Ogni blocco contiene un riferimento al blocco precedente, creando così una catena immutabile e cronologica.
Il funzionamento della blockchain si basa sul concetto di “consenso distribuito”. I partecipanti alla rete, chiamati nodi, verificano e convalidano le transazioni da inserire all’interno dei blocchi attraverso algoritmi di consenso come il Proof of Work o il Proof of Stake. Una volta che un blocco di transazioni è confermato viene integrato nella blockchain, e il suo contenuto diventa accessibile a tutti i partecipanti della rete.
L’interesse verso questa tecnologia deriva dalla sua capacità di combinare la sicurezza delle transazioni con la tracciabilità, l’immutabilità e la resistenza alla censura, senza la necessità di fare affidamento ad intermediari. Le aspettative legate al suo utilizzo derivano dalla sua potenziale applicazione in diverse tipologie di contesti, come la finanza decentralizzata, la notarizzazione e la registrazione dei diritti di proprietà, dove il suo utilizzo può aiutare a migliorare la verificabilità dei contenuti e a ridurre i costi di amministrazione associati agli operatori centralizzati.
Oggi la blockchain è anche considerata come un’opportunità per sperimentare nuovi modelli di governance decentralizzati, per democratizzare l’accesso ad alcuni servizi (finanziari e non-finanziari), e per esplorare la creazione di nuove opportunità economiche
L’immaginario collettivo spesso riduce la blockchain a una tecnologia legata alla speculazione finanziaria. Il superamento di questa barriera richiede un solido sistema educativo in grado di farne comprendere appieno il valore e il potenziale. Dove ci troviamo attualmente in termini di educazione e adozione della blockchain?
Qui ci troviamo di fronte ad un singolare paradosso per cui nonostante il progressivo aumento della consapevolezza del suo potenziale, l’educazione sulla blockchain e sul suo utilizzo rimane ancora limitata. Le università e istituzioni educative stanno cominciando a integrare corsi e programmi di studio su questa tecnologia e sulle sue implicazioni sociali, economiche e politiche. Tuttavia, ci sono ancora notevoli differenze tra paesi e regioni in termini di accesso all’educazione e di adozione.
La sua attività di ricerca l’ha portata a scrivere due diversi libri sul tema: “Blockchain and the Law” (2018) e “Blockchain Governance” (2024). I libri sono stati scritti a sei anni di distanza l’uno dall’altro, inserendosi in contesti sociali, culturali ed economici completamente diversi. Che cosa significava parlare di blockchain nel 2018 e che cosa significa parlarne oggi?
Nel 2018, parlare di blockchain significava concentrarsi sugli esordi di Bitcoin e di altre criptovalute come alternativa ai sistemi finanziari tradizionali. All’epoca, l’utilizzo della blockchain al di fuori della finanza era un ambito relativamente nuovo e sperimentale, caratterizzato da un forte senso di incertezza e di scetticismo.
Sei anni dopo possiamo constatare come il campo di applicazione della blockchain sia molto più ampio e di come sia cresciuta la consapevolezza attorno alle potenzialità del suo utilizzo. Nel 2024 non si parla della blockchain solo come un’innovazione finanziaria, ma se ne esplorano le possibili applicazioni con l’intento di modernizzare numerose operazioni in vari settori che possono beneficiare di maggiore sicurezza, trasparenza, e fiducia, come la gestione delle catene di approvvigionamento, l’emissione di certificati e le accreditazioni.
Oggi la blockchain è anche considerata come un’opportunità per sperimentare nuovi modelli di governance decentralizzati, per democratizzare l’accesso ad alcuni servizi (finanziari e non-finanziari), e per esplorare la creazione di nuove opportunità economiche.
I due libri sopracitati analizzano due casi applicativi specifici della blockchain. Provando a riassumere il loro contenuto, quali sono i presupposti e gli obiettivi di queste pubblicazioni?
Come già detto precedentemente i libri sono stati scritti in due periodi e in due contesti differenti. Il primo, “Blockchain and the Law” esplora l’intersezione e l’interazione tra la blockchain e il sistema giuridico, cercando di capire le implicazioni dell’utilizzo della blockchain sui concetti tradizionali di diritto e regolamentazione. Il libro esamina, da un lato, come la blockchain possa essere regolamentata, e dall’altro lato, come questa possa essere utilizzata per creare nuove forme di regolamentazione tramite l’utilizzo di smart contract (contratti intelligenti).
Il secondo invece, “Blockchain Governance”, si focalizza sui problemi e le opportunità della tecnologia blockchain in materia di governance, esaminando come da un lato la blockchain possa essere utilizzata per creare processi decisionali più trasparenti, sicuri e decentralizzati, e dall’altro provando a portare alla luce le difficoltà legate alla governance della blockchain stessa, data l’assenza di operatori centralizzati responsabili della gestione di queste applicazioni.