LA RIVOLUZIONE ALGORITMICA
Perché si farà Arte con le AI
di Francesco D'Isa
Uno sguardo critico e filosofico sull’intelligenza artificiale e la sua influenza su società, cultura e arte. La rivoluzione algoritmica si propone di esplorare il ruolo dell’AI come strumento o co-creatore, interrogando i suoi limiti e potenzialità nella trasformazione dei processi conoscitivi ed espressivi.
Il celebre scrittore di fantascienza Ted Chiang ha scritto recentemente per il New Yorker un articolo in cui sostiene che le IA non sono in grado di produrre opere d’arte. Il suo ragionamento presenta diverse falle, a partire dalla mancata distinzione tra l’incapacità dell’IA di creare in completa autonomia e l’impiego delle IA come strumenti creativi.
Chiang fonda la sua tesi sull’idea che il processo artistico comporti un numero cospicuo di scelte, e sostiene che l’utilizzo di queste tecnologie riduca significativamente tale complessità, compromettendo il valore creativo. Tale visione risulta però riduttiva, banalizzando la ricchezza espressiva insita nell’interazione tra artisti e IA e liquidando erroneamente il processo come se bastasse “scrivere una frasetta”. Questa semplificazione riflette una scarsa comprensione della reale natura dello strumento.
Inoltre, definire l’arte in funzione del numero di scelte conduce a paradossi: quante decisioni consapevoli sono alla base della pop art o dell’arte concettuale? Spesso meno di quelle che Chang pensa siano in gioco nell’uso delle IA. L’orinatoio di Duchamp andrebbe rimosso dai musei perché frutto (apparentemente) di una sola scelta? Se ho un’idea brillante e la realizza un terzo, non è più mia perché ho fatto solo una scelta? Infine, come quantificare con esattezza le decisioni a monte della realizzazione tecnica di un’opera, con o senza IA?
Questi esempi rivelano che il concetto di “scelta” in ambito artistico è assai più elusivo di quanto Chiang voglia far intendere; il suo articolo sembra dunque trascurare sia la natura dell’IA che la storia dell’arte. Tuttavia la confutazione più evidente alle sue tesi è rappresentata dal lavoro di coloro che oggi sperimentano con l’IA. Come ogni automazione, l’intelligenza artificiale ci esonera da certi compiti tecnici, ma non dalla possibilità di veicolare creatività. Si tratta in fondo di critiche obsolete, analoghe a quelle sollevate all’avvento della fotografia, critiche che, non a caso, provenivano soprattutto da chi ignorava il mezzo.
Francesco D’Isa
Francesco D’Isa, di formazione filosofo e artista digitale, ha esposto internazionalmente in gallerie e centri d’arte contemporanea. Dopo l’esordio con la graphic novel I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato saggi e romanzi per Hoepli, effequ, Tunué e Newton Compton. Il suo ultimo romanzo è La Stanza di Therese (Tunué, 2017), mentre per Edizioni Tlon è uscito il suo saggio filosofico L’assurda evidenza (2022). Le sue ultime pubblicazionio sono la graphic novel Sunyata per Eris edizioni (2023) e il saggio La rivoluzione algoritmica delle immagini per Sossella editore (2024). Direttore editoriale della rivista culturale L’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste, italiane ed estere. È docente di Filosofia presso l’istituto Lorenzo de’ Medici (Firenze) e di Illustrazione e Tecniche plastiche contemporanee presso LABA (Brescia).