Scroll Top

In Cina l’intelligenza artificiale fa risorgere i morti

di Camilla Fatticcioni
Molte aziende cinesi si stanno avventurando nella creazione di “griefbot”, ovvero gli avatar digitali delle persone care defunte.

Nel 2013 la seconda stagione della celebre serie britannica Black Mirror dal titolo Be right back ha immaginato un servizio con il quale le persone possono continuare a comunicare con i propri cari defunti. Nella serie questo è possibile non attraverso a una medium o fenomeni paranormali, ma grazie ai dati lasciati online dalla persona scomparsa per la realizzazione di avatar digitali.  In Cina negli ultimi anni questo non è più fantascienza, ma una realtà grazie allo sviluppo di una vera e propria industria nel settore dedicata alla rielaborazione del lutto attraverso un’esperienza di connessione digitale.

Uno dei pionieri in questo settore è Yu Jialin, un giovane ingegnere informatico di Hangzhou: spinto dal desiderio di rivedere il nonno morto dieci anni fa, Yu ha esplorato le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale (IA) per realizzare il suo sogno. Questa ricerca lo ha portato a sviluppare un griefbot, ovvero un sistema digitale progettato per riprodurre i tratti distintivi di una persona defunta.  Sistemi come ChatGPT e altri strumenti di Intelligenza Artificiale generativa hanno aperto la strada alla creazione dei griefbot, offrendo esperienze personalizzate che simulano conversazioni autentiche. Questi programmi analizzano dati preesistenti per ricostruire aspetti della personalità del defunto, fornendo conforto a chi soffre; alcuni griefbot possono persino evolversi nel tempo, adattandosi a nuove informazioni fornite dagli utenti, trasformandosi in una presenza digitale in continua crescita.

Lo screenshot di una conversazione con un griefbot.

Sono diverse le aziende digitali cinesi che si stanno avventurando in questo nuovo settore, e proprio come in Black Mirror, hanno solo bisogno dei “ricordi digitali” della persona perduta per resuscitarla digitalmente.   Frammenti della vita di una persona – messaggi, video, audio e immagini – possono essere usati per “nutrire” modelli linguistici capaci di riprodurre con notevole precisione la voce, i comportamenti e persino il modo di comunicare della persona amata.

Tra queste aziende c’è Super Brain, uno studio di Intelligenza Artificiale con sede nella città di Taizhou. Il suo fondatore Zhang Zewei in un’intervista per la rivista Sixth Tone ha rilasciato: “Tutto è iniziato con la richiesta di un padre che voleva usare l’intelligenza artificiale per connettersi con suo figlio, morto in un incidente stradale”. Questi avatar digitali non sono semplici simulazioni ma ricreazioni realistiche, con un’offerta di prodotti che spazia da clip audio e video a chatbot interattivi. Solo nel 2023 Super Brain ha completato più di 400 ordini, prevalentemente rivolti a coloro che desiderano commemorare i familiari scomparsi. Mentre un frammento di video costa alcune centinaia di yuan, una chatbot personalizzato costa può arrivare a costare tra i 50.000 e i 100.000 yuan, circa 6.860-13.710 dollari.

Questi avatar digitali non sono semplici simulazioni ma ricreazioni realistiche, con un'offerta di prodotti che spazia da clip audio e video a chatbot interattivi.

Se da un lato questi avatar digitali offrono un conforto significativo a chi affronta la perdita di una persona cara, dall’altro sollevano una serie di dubbi e perplessità. L’utilizzo eccessivo di queste tecnologie può interferire con il naturale processo di elaborazione di un lutto, trasformandosi in una sorta di dipendenza emotiva, per non parlare del rischio di un uso improprio di tali strumenti e anche possibili violazioni della memoria e dignità dei defunti.

Questo settore ad oggi sembra aver trovato un terreno particolarmente fertile in Cina anche grazie alle radici culturali confuciane. Nella tradizione cinese i legami con gli antenati rimangono una componente essenziale nella vita quotidiana: la venerazione dei cari defunti è un elemento fondamentale nella tradizione confuciana. Festività come il Qing Ming, ovvero il corrispettivo cinese al nostro giorno dei morti a novembre, ne sono l’esempio. Celebrata  intorno al 4 o il 5 aprile, questa ricorrenza vede milioni di persone visitare le tombe dei propri cari per pulirle, decorarle e dare offerte simboliche di cibo e denaro al defunto.  Nonostante la forte ritualità legata ai luoghi fisici, come tombe e urne, la tecnologia sembra destinata a ridefinire il contatto con gli antenati. In molte case cinesi, dove spesso una stanza è dedicata con un altare agli antenati, gli avatar digitali potrebbero presto trovare spazio, creando un ponte tra tradizione e innovazione.

L’episodio finale di Be right back non ha comunque un epilogo positivo, e senza fare troppi spoiler a chi non ha ancora visto la serie, lascio immaginare le conseguenze di dipendere emotivamente da un’entità digitale, che pur identica al defunto nella voce, negli atteggiamenti e nei ricordi, non può colmare completamente l’assenza di un caro. 

Camilla Fatticcioni

Studiosa di Cina e fotografa. Dopo la laurea in lingua Cinese all’università Ca’ Foscari di Venezia, Camilla ha vissuto in Cina dal 2016 al 2020. Nel 2017 inizia un master in Storia dell’Arte alla China Academy of Art di Hangzhou interessandosi di archeologia e laureandosi nel 2021 con una tesi sull’iconografia Buddista delle grotte di Mogao a Dunhuang. Combinando la sua passione per l’arte e la fotografia con lo studio della società contemporanea Cinese, Camilla collabora con alcune riviste e cura per China Files la rubrica Chinoiserie.