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B(IA)S

Il caso UnitedHealthcare: algoritmi al servizio del profitto

di Alessandro Mancini

Le nuove tecnologie stanno cambiando per sempre il nostro mondo. La domanda è: in meglio o in peggio?
Quali sono i rischi, le ombre, i pericoli? 

Il 4 dicembre 2024 l’ex CEO della società di assicurazioni sanitarie, UnitedHealthcare, Brian Thompson, è stato freddato a Manhattan. L’ingegnere italoamericano Luigi Mangione, diventato da subito una sorta di eroe popolare e un meme vivente, è stato accusato del suo omicidio e ora si trova in prigione. La notizia ha fatto il giro del mondo e ha aperto un dibattito sulla sostenibilità del sistema sanitario statunitense e sul ruolo, spesso spregiudicato, delle compagnie assicurative.

UnitedHealthcare (UH), nello specifico, ha implementato negli ultimi l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale per gestire le richieste di rimborso, negando un numero sempre più elevato di richieste di rimborso, arrivando a un tasso del 32%. L’uso di questi sistemi ha sollevato preoccupazioni sai etiche che legali. In particolare, un algoritmo sviluppato da Optum, una sussidiaria di UnitedHealth Group, ha mostrato bias razziali, sottovalutando le esigenze sanitarie dei pazienti afroamericani rispetto ai pazienti bianchi con condizioni simili. Questo ha portato a una disparità nell’accesso alle cure necessarie.

Inoltre, secondo un rapporto del Senato degli Stati Uniti, UH e altri assicuratori hanno utilizzato strumenti basati sull’IA per negare alcune richieste di rimborso da parte degli iscritti ai piani Medicare Advantage. Ad esempio, l’algoritmo nH Predict, implementato sempre da UH, ha aumentato il tasso di rifiuto delle cure post-acute, passando dal 10,9% nel 2020 al 22,7% nel 2022.

Nonostante molte aziende nel settore assicurativo stanno integrando l’IA per migliorare l’efficienza operativa, personalizzare le polizze e ottimizzare i processi di liquidazione dei sinistri con ottimi risultati, le modalità adottate da alcune compagnie come UH sollevano interrogativi sulla trasparenza e sull’affidabilità degli algoritmi utilizzati, nonché sulle implicazioni etiche dell’uso dell’IA in ambito sanitario.

È fondamentale garantire che le nuove tecnologie non perpetuino discriminazioni e che le decisioni automatizzate siano sempre supervisionate da esseri umani per assicurare equità e accuratezza nelle cure offerte ai pazienti.

Alessandro Mancini

Laureato in Editoria e Scrittura all’Università La Sapienza di Roma, è giornalista freelance, content creator e social media manager. Tra il 2018 e il 2020 è stato direttore editoriale della rivista online che ha fondato nel 2016, Artwave.it, specializzata in arte e cultura contemporanea. Scrive e parla soprattutto di arte contemporanea, lavoro, disuguaglianze e diritti sociali.

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