Un signore varca il portone d’ingresso della chiesa, si dirige verso il confessionale e inizia a parlare. Dall’altra parte della grata a rispondere, però, non c’è un prete, ma un chatbot basato su intelligenza artificiale.
Siamo nella Peterskapelle, una chiesa cattolica di Lucerna, in Svizzera. Qui il teologo Marco Schmid ha ideato il suo programma rivoluzionario, denominato Gesù-IA, che sta facendo discutere molto.
Nonostante Schmid abbia specificato che l’iniziativa vuole spingere i visitatori a riflettere sul rapporto fra fede e tecnologia e che non sostituisce le confessioni fatte da un sacerdote, le polemiche non si sono placate.
Le risposte di Gesù-IA sono basate sui testi religiosi presenti su internet. Il teologo ha ammesso che le risposte potrebbero non essere sempre conformi agli insegnamenti cattolici, ma ha anche specificato che in tutti i test che sono stati condotti finora non ha mai detto blasfemie. Il chatbot, che parla un centinaio di lingue, funziona con due programmi di IA sviluppati da OpenAI: il famoso GPT-4o e il programma di riconoscimento vocale Whisper.
Quello svizzero non è un caso isolato. In Polonia, un sacerdote ha creato una piccola cappella nella città di Poznan che offre un programma basato sull’intelligenza artificiale che consente ai visitatori di porre domande sul cattolicesimo e sulla fede. Per attivarlo, ai visitatori basta scaricare un’app e premere un pulsante situato sul leggio, che consente di porre le loro domande alla guida virtuale.
“L’intelligenza artificiale è fenomenale, perché ti consente di porre tutte quelle domande che prima ti vergognavi di fare a un prete o alla Chiesa”, ha affermato il sacerdote Radek Rakowski. “Inoltre – ha aggiunto – per un’IA è più facile dare una risposta diretta e oggettiva, perché un prete potrebbe non ricordare tutte le informazioni”.
Se da una parte l’esperimento mostra i tentativi della Chiesa di restare al passo con i tempi e attrarre più fedeli, dall’altra ci spinge a porci una domanda: siamo sicuri che in quest’epoca di grande solitudine i fedeli preferiscano parlare con una macchina anziché con un sacerdote in carne e ossa?
Alessandro Mancini
Laureato in Editoria e Scrittura all’Università La Sapienza di Roma, è giornalista freelance, content creator e social media manager. Tra il 2018 e il 2020 è stato direttore editoriale della rivista online che ha fondato nel 2016, Artwave.it, specializzata in arte e cultura contemporanea. Scrive e parla soprattutto di arte contemporanea, lavoro, disuguaglianze e diritti sociali.