Scroll Top

NET ECOLOGY

Nuove forme di intelligenza: il dialogo tra naturale e artificiale nell’ecosistema globale

di Laura Cocciolillo

Cos’è l’intelligenza? Se in passato questa domanda trovava risposta solo in ciò che è umano, oggi l’evoluzione tecnologica e la crisi climatica ci spingono a ricercare l’essenza dell’intelligenza oltre l’antropocentrismo, concependola in modo più ampio. Al di là della sfera umana, l’intelligenza emerge nelle forme più inaspettate di collaborazione tra organismi, ma anche nei sistemi sintetici generativi (come nel caso delle tecnologie artificiali). Ma in che modo la tecnoscienza e i suoi artefatti possono guidarci verso una comprensione più profonda delle forme non-umane di intelligenza?

Allestita presso la Fondazione Modena Arti Visive (FMAV) a Palazzo Santa Margherita fino al 12 gennaio 2025, Umwelt – a cura di Marco Mancuso – esplora la questione a partire da una premessa chiave: il superamento della dicotomia tra naturale e artificiale, umano e non-umano. La sfida per il futuro, in breve, non è semplicemente interagire con le forme di intelligenza non-umane, ma creare un dialogo che ridefinisca la relazione tra l’essere umano e il suo contesto ambientale nel senso più ampio, accogliendo un’intelligenza che si mostra non più esclusivamente nella mente umana, ma anche nelle dinamiche tecnologiche e biologiche che strutturano il mondo.

Eryk Selvaggio - The Salt and the Women (end), 2023

La riflessione di James Bridle, espressa attraverso le sue opere in mostra, è emblematica: “Se tutta l’intelligenza è ecologica, cioè intrecciata e relazionale, allora l’IA offre un modo reale per venire a patti con le altre intelligenze che abitano il pianeta”. Con questa visione, Bridle ribalta il paradigma secondo cui l’intelligenza artificiale (IA) è strumento di dominio umano, presentandola invece come un’opportunità per connettersi con le menti non-umane che popolano il mondo.
L’IA diventa quindi il perno di una riflessione più ampia sull’ambiente.

Con The Solar Panels (Radiolaria Series) James Bridle esplora la connessione tra energia naturale e tecnologia attraverso una serie di pannelli fotovoltaici, incisi con immagini microscopiche di radiolaria – organismi marini che creano intricate strutture minerali di silicio, lo stesso materiale utilizzato nelle celle solari. Bridle eleva la comune tecnologia dei pannelli solari a simbolo dell’intreccio tra sistemi biologici e artificiali, proponendo una visione in cui il confine tra naturale e artificiale è sfumato. Qui l’intelligenza, sia biologica che computazionale, è parte di un’unica ecologia.

In che modo la tecnoscienza e i suoi artefatti possono guidarci verso una comprensione più profonda delle forme non-umane di intelligenza?

In mostra troviamo opere che spaziano tra indagine scientifica, data analysis e tecniche di worlding, ovvero costruzioni speculative di mondi fisici e digitali. Un esempio significativo è The Nebelivka Hypothesis del collettivo Forensic Architecture. Ispirata alla città preistorica di Nebelivka, in Ucraina, risalente a 6.000 anni fa, l’opera ricostruisce, attraverso l’uso di tecnologie spaziali e dati archeologici, la complessità dell’urbanizzazione di un tempo. Già presentata alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2023, l’installazione invita a riflettere sulle dinamiche ecologiche e politiche che regolano lo spazio urbano, mettendo in discussione la separazione tra intelligenza umana e sistemi ambientali.

Altre opere della mostra esplorano il tema della creazione artificiale. Synthetic Iris Dataset di Anna Ridler presenta una stampa di fiori sintetici, generati digitalmente da un’AI. Questa serie riflette sull’idea di autenticità in un mondo in cui l’artificiale diventa sempre più indistinguibile dal naturale. L’opera solleva domande su ciò che consideriamo “reale” e “naturale”, invitando lo spettatore a ripensare la relazione tra creatività umana e tecnologica. E ancora, Decohering Delineation, del collettivo Entangled Others, utilizza reti neurali e dati oceanici per rendere visibili le interconnessioni tra ecosistemi artificiali e naturali. Grazie al calcolo quantistico, l’opera visualizza come questi mondi siano intrecciati e come la tecnologia possa offrire nuovi modi di comprendere e preservare i fragili equilibri ecologici.

Entangled Others Decohering Delineation , 2022 - 2023. Installation shot at NXT Museum, Amsterdam. Photo by Sam McCormick

Umwelt rappresenta un punto di svolta nel modo di intendere l’intelligenza e la sua espressione nel mondo contemporaneo. La mostra si allontana da una visione antropocentrica per proporre un’idea di intelligenza come fenomeno ecologico, condiviso tra umano, naturale e artificiale. Questo approccio invita lo spettatore a riflettere su come l’intelligenza sia distribuita in una rete di relazioni che coinvolgono tutti gli esseri viventi, e non solo.

In un momento storico in cui il cambiamento climatico e le tecnologie avanzate sfidano i nostri modelli di pensiero, Umwelt ci spinge a immaginare un futuro in cui l’intelligenza non è uno strumento di dominio, ma una qualità relazionale che ci unisce al mondo circostante. La mostra ci invita a superare la visione dicotomica tra natura e tecnologia, per abbracciare una prospettiva ecologica dell’intelligenza. In questa nuova visione, l’intelligenza non è solo cognizione, ma parte integrante di un ecosistema complesso e interconnesso, in cui ogni componente, naturale o artificiale, gioca un ruolo vitale.

Laura Cocciolillo

È una storica dell’arte specializzata in arte e nuove tecnologie e in estetica dei nuovi media. Dal 2019 collabora con Artribune (di cui attualmente si occupa dei contenuti di nuovi media). Nel 2020 fonda Chiasmo Magazine, rivista indipendente e autofinanziata di Arte Contemporanea. Dal 2023 è web editor per Sky Arte, e dallo stesso anno si prende cura, per art-frame, della rubrica “New Media”, dedicata all’arte digitale.